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sabato 10 aprile 2010

Evangelist Adobe sulla chiusura di Apple a Flash: «Mossa vile»

A poche ore dall'uscita del nuovo SDK di iPhone OS 4.0, un evangelist Flash considerato molto vicino ad Adobe commenta ufficialmente le limitazioni imposte agli sviluppatori da Apple: «Mossa vile, vogliono esercitare una tirannia sugli sviluppatori». San Josè chiede la modifica del messaggio, ma la tensione sull'asse Cupertino-San Josè cresce.


Non sono ancora passate 24 ore dal keynote di Steve Jobs e l'atmosfera fra Apple e Adobe si è già oltremodo surriscaldata. Dopo la presentazione dell'iPhone OS 4.0 e delle limitazioni imposte agli sviluppatori nei confronti di Flash, e dopo le prime indiscrezioni sulle reazioni di Adobe, arriva la risposta (semi)ufficiale della società di Flash.


In un post al vetriolo, un evangelista Flash, Lee Brimlow, il cuii blog è considerato vicinissimo alle posizioni di Adobe, non trattiene la sua delusione sulle scelte di Apple, che reputa "giustificabili solo dalla volontà di ottenere un controllo tirannico sugli sviluppatori e, ancora più importante di voler utilizzare questi ultimi come pedine nella crociata contro Adobe".


Il messaggio poi prosegue: "Adobe e Apple hanno sempre avuto lunga relazione e ognuno ha aiutato l'altro a raggiungere la posizione attuale. Il fatto che Apple abbia fatto una mossa ostile e spregevole come questo mostra chiaramente la differenza tra le nostre due società".


Il punto di Brimlow è semplice: l'azienda di Flash è per il mercato aperto e libero; crede nella cultura condivisa e nella concorrenza propositiva. Diversamente Apple spinge a chiudere il mercato, escludendo i competitor ed ogni forma di concorrenza che possa rappresentare un rischio per il loro business.


E se Adobe iniziasse a fare lo stesso? "Molti dei sostenitori di Adobe dicono che dovremmo interrompere la disponibilità dei prodotti Creative Suite su OS X, come forma di ritorsione. Ancora una volta, questo è qualcosa che Adobe non prenderebbe mai in considerazione nemmeno fra un milione di anni. Non stiamo cercando di abusare dei nostri fedeli utenti e renderli pedine allo scopo di cercare di ferire un'altra società".


In chiusura l'evangelist Adobe dismette i suoi panni ufficiali e si lascia ad un "Go screw yourself Apple", che tradotto in italiano suona come qualche cosa di (molto) più forte di un "Apple vai a farti un giro...".


Parole incandescenti, anche troppo probabilmente. Tanto che il messaggio è stato successiamente editato e l'autore è stato costretto (da Adobe) a precisare che si trattava di sue opinioni personali. Nonostante questo ci sono pochi dubbi che le ultime mosse di Apple abbiano messo in fibrillazione i vertici di San Josè ed è molto probabile che anche qualcuno anche ai piani alti della società di Photoshop non la pensi troppo diversamente da Brimlow. Che questo sia preludio ad uno scontro finale o siano solo delle manovre per arrivare ad una sorta di accordo lo dirà solo il tempo

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